Scegliere il giusto impianto per la frantumazione degli inerti in base alle differenti esigenze

Lo sai cosa si intende per inerti? Con tutta probabilità no. Queste sostanze, però, si trovano all’interno di parecchi materiali che ti circondano.

Per inerti s’intendono tutti quei materiali rocciosi utili per costruire i leganti edili, ossia i conglomerati tipo la malta. Il loro utilizzo è fondamentale per donare maggiore resistenza e solidità agli sforzi meccanici e alle spinte. Ma come sono ottenuti questi materiali?

Col trascorrere degli anni hanno preso vita diverse aziende specializzate e che possiedono impianti di frantumazione per inerti, da ottenere tramite appositi macchinari. Per capire meglio come sono fatti gli impianti di frantumazione, in questa pagina troverai diverse immagini.

Siccome ai tempi d’oggi è molto alta l’attenzione verso tematiche riguardanti l’ambiente, la richiesta di inerti è diventata sempre maggiore, soprattutto perché si tratta di materiali derivanti dalle demolizioni o dagli scarti, ma anche dagli scavi, hanno un loro impatto sull’ambiente. Questo spiega il proliferare delle aziende che si occupano di frantumazione.

Impianti di frantumazione per inerti: come funzionano

Il rimpiego degli inerti prevede che gli stessi vengano frantumati in modo adeguato e preciso. In altre parole, devono essere grandi meno di un millimetro. Questo processo meccanico viene svolto attraverso un impianto di frantumazione, che è composta da tre cicli:

  • frantumazione primaria;
  • frantumazione secondaria;
  • frantumazione terziaria.

Durante la prima fase, ossia la frantumazione primaria, gli scarti di roccia devono essere portati a circa 100 millimetri. Invece, nella frantumazione secondaria (secondo ciclo), gli inerti vengono ridotti a 10 millimetri. Nell’ultima fase, ovvero la frantumazione terziaria, gli inerti si riducono a una grandezza pari a 8 millimetri.

Le tipologie di impianti di frantumazione

Sono diversi i tipi di impianti di frantumazione e possono essere suddivisi in tre distinte categorie:

  • impianti di frantumazione fissi;
  • impianti di frantumazione semi-mobili;
  • impianti di frantumazione mobili.

Per quanto riguarda gli impianti di frantumazione fissi, è impossibile spostarli poiché vengono installati in un punto preciso. Si tratta di frantoi molto capienti e grandi, i quali sono stati progettati per andare incontro a esigenze proprie del settore.

Invece gli impianti di frantumazione semi-mobili vengono smontati e poi trasportati tramite slittoni. Questa tipologia di impianti è particolarmente richiesta dalle aziende che posseggono punti diversi di produzione.

Infine gli impianti di frantumazione mobili, che è senza dubbio la categoria maggiormente richiesta poiché in grado di adattarsi anche alle piccole realtà industriali. Si tratta di macchinari piccoli e abbastanza compatti.

 

Impianti frantumazione inerti: la progettazione

Per il massimo della funzionalità, un impianto di frantumazione degli inerti deve essere progettato nel modo giusto. In tal senso diventa fondamentale l’analisi e la conoscenza delle capacità e delle esigenze di produzione di un’azienda che deve scegliere l’impianto giusto.

Per ottenere degli ottimi risultati, quindi, è importante installare un macchinario che abbia le adeguate proporzioni e che sia della tipologia giusta.

Le industrie che producono questi macchinari hanno dei consulenti specializzati che consigliano le aziende su quale tipologia di frantoio puntare (a urto o a mascella). Inoltre il sistema di alimentazione differenzia anche la tipologia di impianto.

I consulenti offriranno dei consigli in merito all’acquisto di un nastro trasportatore, un carrello automatizzato, un canale vibrante, piastre, dosatori e dischi.

Per finire, in fase di progettazione, molto fondamentale sarà l’analisi dei costi inerenti all’avviamento del macchinario, nonché della relativa manutenzione. La qualità del prodotto finale dipenderà dalla giusta valutazione dell’impianto da utilizzare per la frantumazione degli inerti.